E..DUCAZIONE E COMMERCIO


Efesto educa i Ciclopi

Sono rimasto piacevolmente colpito da un esperimento di “crossblogging” promosso da Daniele Imperi . Ha invitato vari blogger, tra cui alcuni che seguo come Giuseppe Palomba e Sylvia Baldessari , e altri che non conoscevo come Roberto Gerosa e Francesco Magnani , a scrivere di “educazione” applicata ai loro “campi” di interesse.

Bello, molto bello.  Mi ha stimolato e provo a scrivere anche io due righe, non richieste ma spero ben accette,  sull’educazione e il mondo economico.

Parto dalla mia storia che oggi mi vuole “educatore” trapiantato nel mondo delle vendite e del marketing. Ebbene sì, forse non lo sapevi, ma il mio percorso formativo è partito da una corsia di ospedale, nel reparto “alzheimer” dell’istituto Redaelli di Milano. Avevo 21 anni, non frequentavo l’università e il mio sogno nel cassetto era quello di fare l’attore. In realtà per due anni l’ho fatto, ma questa è un’altra storia.

In quel periodo è nato in me il desiderio di dedicarmi all’ “uomo” in tutte le sue poliedriche forme.

Ed eccomi qui a svelare il nesso tra educazione ed “economia”. Ho usato appositamente il verbo svelare perchè di quello si tratta. Non c’è bisogno di cercare, o di inventare. Si tratta solamente di mostrare ciò che esiste e che non viene compreso o percepito.

Piccolo ex-cursus. Lo sapevi che “economia” vuol dire “governo della casa”?

Ma torniamo all’oggetto del post.

Educazione richiama il duplice aspetto della “cura” (educere) e del “tirar fuori” (ex-ducere) nel senso più “maieutico” del termine.

 In che modo dunque il venditore/marketer educa il suo cliente o potenzialmente tale?

Prendendosi, innazitutto, cura di lui attraverso:

  • soddisfazione di un suo bisogno ( di beni o servizi)
  • condivisione di  contenuti utili alla sua attività (articoli, blog, eventi etc…)
  • presidiando una  relazione (commerciale)

Elenco sicuramente ampliabile.

Altro aspetto educativo.

Il “tirar fuori” dal cliente.

Che  cosa?

  • dubbi
  • obiezioni
  • paure
  • resistenze
  • bisogni latenti

Attenzione

ATTENZIONE

All’apparenza potrebbe sembrare che tutto educhi e che tutti possano educare.

Non è così.

L’educazione si esplicita e se ne può parlare quando è agita, pensata, presidiata, governata e raccontata.

La nostra esistenza è costellata di eventi e persone che formano e ri-formano quotidianamente la nostra esistenza. Che calibrano e ri-tarano la nostra rotta. Ma non possiamo dire che  tutte queste persone siano educatrici. Come  non posso chiamarmi medico quando massaggio il pancino di mia figlia o come non posso chiamarmi psicologo quando ascolto un amico e gli do un consiglio.

Va da sè di come diventi importante ed essenziale per il futuro avere educatori professionisti in ogni scienza.

Un’educazione siffatta e condivisa diventa, a mio parere, la base imprescindibile  per la costruzione di un paese.

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Ecco gli altri contributi che ti invito a leggere.

Social Media ed Educazione, tra luoghi comuni e consapevolezza
http://www.socialdaily.it/social-media-ed-educazione-luoghi-comuni-consapevolezza
Roberto Gerosa

L’Arte, Educata
http://pagiuse84.wordpress.com/2013/10/07/larte-educata/
Giuseppe Palomba

La scrittura per l’educazione
http://pennablu.it/scrittura-educazione/
Daniele Imperi

Sfida & educazione
http://ilpiccolodoge.blogspot.it/2013/10/sfida-educazione.html?m=1
Sylvia Baldessari

4 comments

  1. Giovanni · ottobre 7, 2013

    Mi trovi in generale d’accordo. Il problema che vedo però oggi è anche l’eccessiva specializzazione (o pseudo-specializzazione) tanto che, per massaggiare il pancino di tua figlia, diventa necessario un dottore! No signori! Abbiamo in noi un bagaglio di doti e grandi potenzialità che possiamo e dobbiamo usare per vivere quotidianamente senza il bisogno di esperti. Certo la specializzazione ci aiuta a capire, a meglio utilizzare quello che già abbiamo, e talvolta… ma solo talvolta a sopperire le nostre mancanze.

    • Roberto S. · ottobre 7, 2013

      Beh del resto chi è più esperto di noi riguardo alla nostra vita? Io massaggio il pancino lo stesso..senza la pretesa d’esser medico ma consapevole che spesso sono sufficiente io per quel “mal di pancia”

  2. ludmillarte · ottobre 7, 2013

    questo, secondo me, è un post che integra bene quest’altro tuo post precedente http://zincaturatrepuntozero.com/2013/09/25/dare-prima-di-tutto-part-2/
    l’educazione così intesa è senza dubbio base imprescindibile, sottolineato 1000 volte.
    caro saluto 🙂

    • Roberto S. · ottobre 7, 2013

      Grazie mille per il tuo commento Lud. Direi che riesco ancora a tenere una certa coerenza e coesione di fronte allo sgretolamento di personalità…ehehehe

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